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Una nuova avventura

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2/9/2011, 19:30
bandAlex ha scritto:[...]
Io ce l'ho messa perchè ho potuto appurare, dopo tanti ascolti fatti con tante cuffie diverse, che un'impedenza di uscita tra i 10 e i 20 ohm è quella più gradita alla maggior parte delle cuffie. Considerando che lo stadio di uscita ha un'impedenza di circa 8 ohm, la cuffia vede così circa 18 ohm di impedenza.
[...]

Offre, inoltre, una protezione dai corto-circuiti accidentali. La causa del corto può anche essere banale: cavi strattonati o pestati (ci sono alcuni cavi che costano un'esagerazione che, per via della loro geometria ridicola, potrebbero mettersi in corto solamente pestandoli...)

:D
Ciao.
Giulio.
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2/9/2011, 19:51
Ho modificato lo stadio di ingresso di uscita per la versione "Ancestrale" con lo sziklai-pair.

Dopo aver risolto diversi problemi di instabilità, il circuito promette molto bene: al banco di misura surclassa quello precedente.

Stasera farò la modifica sull'altro canale, e mi metterò in ascolto.

Stay tuned. 8)


Ultima modifica di bandAlex il 2/9/2011, 19:56 - modificato 1 volta.
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2/9/2011, 19:56
bandAlex ha scritto:
Stasera farò la modifica sull'altro canale, e mi metterò in ascolto.

Stay tuned. 8)

La prova del fuoco... ;)
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2/9/2011, 20:47
bandAlex ha scritto:[...]
Dopo aver risolto diversi problemi di instabilità, il circuito promette molto bene: al banco di misura surclassa quello precedente.
[...]
Non mi stupisco di ciò: Self dichiara di ottenere una distorsione di un ordine di grandezza inferiore grazie all'adozione di stadi Sziklai nel differenziale di ingresso.

:D
Ciao.
Giulio.
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2/9/2011, 23:27
L'implementazione del sziklai-pair:

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All'ascolto sono rimasto un po' interdetto. Suona decisamente diverso da prima.

Prima di prendere una decisione, mi riservo di approfondire gli ascolti. Probabilmente dovrò ripristinare la versione precedente, per essere sicuro.

Tornerò indietro?

Comunque, per chi fosse intenzionato a fare la prova questo è lo schema:

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3/9/2011, 00:44
bandAlex ha scritto:
All'ascolto sono rimasto un po' interdetto. Suona decisamente diverso da prima.

In che senso ? 😕
Non mi sembri molto convinto del cambiamento... :|
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3/9/2011, 00:59

Non sono convinto, infatti. Tanto che ho già ripristinato il circuito originale...

E la differenza all'ascolto è a-b-i-s-s-a-l-e.

Credetemi, non scriverei questo se si trattasse di "sfumature".

Alle misure il circuito con lo sziklai pair è fenomenale: mai vista una cosa del genere, per uno stadio di uscita a discreti non controreazionato: la THD era quasi al limite di lettura per la mia strumentazione, a tutte le frequenze e a tutti i livelli, fino a 18 Vp. Una banda passante a -3 dB su 1.5 MHz, un'onda quadra perfetta, insomma ero convinto che all'ascolto sarebbe andato meglio. E questa è una delle rare volte che prima ho misurato e poi ho ascoltato. A quanto pare, non mi sono lasciato suggestionare dalle misure! :D

Appena ho cominciato ad ascoltare però ho notato subito che mancava qualcosa: il medio e il medio-basso era completamente diverso, più freddo, secco, addirittura sembrava il basso privo di profondità. Tutto l'insieme era meno reale, c'era meno headstage e meno "respiro". Il terzo movimento del concerto n.1 di Chopin, registrazione emozionante, ora era privo di vitalità e di interesse. Non potevo ascoltare allo stesso volume di prima, perchè provavo fastidio. Un disastro.

Poco fa, la decisione di riportare tutto a come era prima. Ed ora posso confermare che il circuito originale, all'ascolto, è superiore, e di gran lunga!
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3/9/2011, 01:18
bandAlex ha scritto:
Non sono convinto, infatti. Tanto che ho già ripristinato il circuito originale...

Alle misure il circuito con lo sziklai pair è fenomenale: mai vista una cosa del genere, per uno stadio di uscita a discreti non controreazionato: la THD era quasi al limite di lettura per la mia strumentazione, a tutte le frequenze e a tutti i livelli, fino a 18 Vp. Una banda passante a -3 dB su 1.5 MHz, un'onda quadra perfetta, insomma ero convinto che all'ascolto sarebbe andato meglio. E questa è una delle rare volte che prima ho misurato e poi ho ascoltato.

Un disastro.

Poco fa, la decisione di riportare tutto a come era prima. Ed ora posso confermare che il circuito originale, all'ascolto, è superiore, e di gran lunga!

Penso che non è il primo caso e non sarà l'ultimo di mancata correlazione tra dati strumentali e dati all'ascolto di un circuito : un'esperienza comunque da fare per non lasciarsi rimpianti alle spalle.
:)
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3/9/2011, 12:41
Finalmente hai toccato con mano il problema...

"Usa l'ascolto Luke Skywalker!!!" Consigliava un Vecchio Jedi...

Buoni ascolti Termoionici!


[mod: moderato il quoting selvaggio del moderatore NEMO :pirat: ]
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3/9/2011, 15:35
Riflettendo sull'esperienza di ieri, mi sono chiesto quale potrebbe essere il motivo di una così marcata differenza sonora tra due circuiti che sono abbastanza simili.

La modifica infatti è consistita nel sostituire il dispositivo di uscita con un "super-transistor", un complementary feedback pair detto anche sziklai pair, dal nome dell'inventore.

Prima di parlare della modifica però vorrei spendere due parole sulla struttura dello stadio finale, quello originale che sarà adottato nel VHF2 Lightning.

Qui sotto potete vedere lo schema funzionale. Il segnale arriva alla base di Q1, un emitter follower con carico attivo (G1), e da qui prosegue per la base di Q3, il dispositivo di uscita, che altro non è che un ulteriore emitter follower, anche questo con carico attivo rappresentato dal generatore G3.

Shema semplificato dello stadio finale del VHF2 Lightning
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]

Dall'emettitore di Q3 infine viene prelevato il segnale che va al jack della cuffia.

La semplicità del circuito è abbastanza evidente, ma non deve trarre in inganno. Il finale Q3 infatti non ha il collettore collegato direttamente al rail positivo, come avviene normalmente nella maggioranza degli stadi finali in circolazione, ma è alimentato da un altro emitter follower, il transistor Q2, che trasforma lo stadio di uscita in un cascode. La base di Q2 è ancorata ad un riferimento di tensione, la batteria da 4 Volt, per cui sull'emettitore di Q2 avremo tale tensione che alimenterà Q3.

Q3 quindi ha il suo collettore a un potenziale di 4 Volt, imposto dalla batteria che fissa il potenziale alla base di Q2, e il suo emettitore allo stesso potenziale dell'uscita cuffia, che ovviamente (lo diamo per assodato, ma noi sappiamo che c'è anche un servo-dc) è a zero Volt, per cui Q3 lavora con una Vce di 4 Volt.

Normalmente, quando amplifica un segnale, un emitter follower segue la tensione presente alla sua base e la presenta all'emettitore, e poichè l'emettitore segue il segnale audio, la tensione Vce (la tensione tra collettore ed emettitore) varierà allo stesso modo, essendo a tutti gli effetti modulata dal segnale. Il transistor, se fosse un dispositivo ideale, funzionerebbe alla stessa maniera con qualunque tensione Vce, ma soprattutto la variazione di tale tensione non modificherebbe le sue caratteristiche. Nella realtà, alcuni parametri di un transistor reale cambiano con la tensione Vce, il che (senza entrare nel dettaglio) può generare delle non linearità che ovviamente peggiorano le performance dello stadio.

Se nello schema sopra riportato il polo negativo della batteria fosse collegato a massa, non cambierebbe nulla del discorso fatto a riguardo della variazione della Vce di Q3, ma se osservate bene, il negativo della batteria è collegato all'uscita. Questo significa che la base di Q2 vedrà, oltre ai 4 Volt generati dalla batteria stessa, il segnale audio sovrapposto, ed essendo Q2 un emitter follower, tale segnale si rifletterà sul suo emettitore, che guarda caso alimenta Q3. Questo fa sì che la Vce di Q3 non varierà più con il segnale, ma rimarrà inchiodata al valore imposto dalla batteria. Quindi Q3, oltre a lavorare a corrente costante (imposta da G3), lavora anche a tensione costante, migliorando notevolmente le prestazioni dello stadio di uscita in quanto sfrutta solo un punto delle sue caratteristiche che è costante (nella realtà un residuo di variazione rimane comunque ma esso è trascurabile, essendo molto piccolo). Tale tipo di circuito viene detto cascode dinamico.

Nel circuito reale non troviamo una batteria, ovviamente, ma un componente che ha il compito di generare localizzare ai suoi capi una differenza di potenziale costante. Tale componente può essere un diodo zener, una resistenza, o qualunque altra cosa, la logica di funzionamento non cambia. Il vantaggio di usare uno zener è che si può scegliere con una certa libertà la corrente, ottenendo comunque la stessa tensione, mentre se usiamo una resistenza, la corrente che la attraversa (e il valore della resistenza stessa) devono essere tenuti in conto per ottenere la tensione voluta.

:bball:
(segue)


Ultima modifica di bandAlex il 3/9/2011, 21:47 - modificato 2 volte.
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3/9/2011, 16:21
Questo è lo schema funzionale dello stadio finale con il transistor di uscita sostituito con un sziklai pair:

Schema semplificato dello stadio finale con lo sziklai-pair
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]

L'ulteriore semplificazione è evidente, in quanto è sparito il generatore di tensione corrente che serviva Q1, e quest'ultimo ha cambiato posto, andandosi ad abbracciare a Q3, realizzando una specie di "super transistor" dalle caratteristiche che ora vediamo brevemente.

Q1 + Q3 in effetti è come se fossero un solo transistor, il cui parametro hFE (in parole povere il "guadagno" in corrente) è dato dal prodotto degli hFE dei due singoli componenti. Di conseguenza, l'impedenza di ingresso vista sulla base di Q1 è molto elevata, e può raggiungere parecchi megaohm, il che sicuramente è un vantaggio da poter sfruttare. La resistenza R serve a migliorare le caratteristiche in alta frequenza della coppia, che altrimenti sarebbero piuttosto scarse.

Una coppia complementare come questa è simile a un darlington, di cui condivide gran parte dei pregi e dei difetti. Lo sziklai pair ha dalla sua il fatto che tra i due transistor si instaura del feedback, ovvero una controreazione, che ne migliora (almeno sulla carta) la linearità e la banda passante. L'unico particolare a cui prestare attenzione è una maggiore tendenza ad auto-oscillare, e questo è sicuramente una conseguenza della controreazione aggiunta, che può diventare un elemento diabolico se non si prendono le dovute precauzioni.

La combinazione dello sziklai pair con un cascode dinamico moltiplica le potenzialità del circuito, ma ne moltiplica anche le possibili instabilità e io ne so qualcosa.

Una volta reso stabile, lo stadio presenta caratteristiche formidabili, sia in velocità che in linearità. Questo significa una THD quasi inesistente e un'onda quadra accettabile anche a 1 MHz. Lo schema come lo avete visto qualche post più addietro ha il punto a -3 dB a oltre 1.5 MHz.

Ma le misure non sono tutto nella vita...

:bball:
(segue)


Ultima modifica di bandAlex il 5/9/2011, 11:37 - modificato 1 volta.
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3/9/2011, 21:33
Dirty Harry ha scritto:Penso che non è il primo caso e non sarà l'ultimo di mancata correlazione tra dati strumentali e dati all'ascolto di un circuito : un'esperienza comunque da fare per non lasciarsi rimpianti alle spalle. :)
NEMO ha scritto:Finalmente hai toccato con mano il problema...

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Usa l'ascolto, Luke, usa l'ascolto...
Mi sembra di vedere la scena. :D

Ed è proprio quello ho fatto: mi sono messo ad ascoltare con il cuore in mano e il cervello nel cassetto. Ma non è bastato, come non bastò quella volta che ascoltai la primissima versione del VHF-1, che doveva ancora nascere: quella volta c'era un darlington nello stadio di uscita.

La similitudine tra le due esperienze è troppo evidente per essere trascurata da me. Nonostante sia passato molto tempo, la sensazione che ho avuto ieri è stata la stessa di quella volta, quasi due anni fa, quando accesi il prototipo con le migliori aspettative, e la delusione fu così bruciante da farmi venire voglia di abbandonare tutto.

La prima impressione è stata quella sul basso: è impossibile da giustificare, in quanto tutto il resto del circuito era rimasto invariato, così come il preamplificatore e la sorgente di segnale. Eppure tale differenza era eclatante, non solo in quantità (sarebbe stato il minimo) ma anche in qualità. Il basso che sentivo era privo di struttura, lento, gommoso, poco profondo. L'immagine ricostruita mancava di vitalità e di realismo, con la gamma media dura e fastidiosa. Quest'ultimo punto, in particolare, mi ha colpito molto ascoltando il pianoforte.

Al momento non so dare una spiegazione tecnica di queste differenze eclatanti, ma posso ipotizzare che entri in gioco l'interazione tra i due transistor costituenti la coppia complementare, interazione fortemente vincolata dalla controreazione che lega i due, e che in qualche modo si riflette negativamente sull'ascolto.

Insomma, vi sto dicendo che io non lo so perchè succede questo, ma se vi fidate di me, ciò è la confutazione di almeno due principi che vanno tanto per la maggiore:

1) che più un circuito è semplice e meglio si sente;

2) che a buone misure corrisponde necessariamente un buon suono.

Sulla confutazione della 2) tutti sono d'accordo e non è certo una novità (e per me è la seconda volta che mi capita di appurarlo in maniera così eclatante), ma la 1) è ben più carica di conseguenze. La 1) mette fuori gioco tutta una serie di convinzioni che circolano in ambiente audiofilo e sulla quale si basano la quasi totalità delle realizzazioni esoteriche. E scusate se è poco.

Anche solo per questo, ringrazio quindi Ancestrale59 per avermi indotto a fare l'esperimento. 8)





Ultima modifica di bandAlex il 5/9/2011, 11:43 - modificato 1 volta.
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4/9/2011, 00:34
NEMO ha scritto:Finalmente hai toccato con mano il problema...

"Usa l'ascolto Luke Skywalker!!!" Consigliava un Vecchio Jedi...

Buoni ascolti Termoionici!


[mod: moderato il quoting selvaggio del moderatore NEMO :pirat: ]

Che MITO!!!

Il Moderatore "Moderato"!!!!

Stò proprio "invecchiando"!!!

Buoni Ascolti Notturni!!!
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4/9/2011, 07:45
bandAlex ha scritto:
... mi sono messo ad ascoltare con il cuore in mano e il cervello nel cassetto. Ma non è bastato, come non bastò quella volta che ascoltai la primissima versione del VHF-1, che doveva ancora nascere: quella volta c'era un darlington nello stadio di uscita.

La similitudine tra le due esperienze è troppo evidente per essere trascurata da me. Nonostante sia passato molto tempo, la sensazione che ho avuto ieri è stata la stessa di quella volta, quasi due anni fa, quando accesi il prototipo con le migliori aspettative, e la delusione fu così bruciante da farmi venire voglia di abbandonare tutto.

Al momento non so dare una spiegazione tecnica di queste differenze eclatanti, ma posso ipotizzare che entri in gioco l'interazione tra i due transistor costituenti la coppia complementare, interazione fortemente vincolata dalla controreazione che lega i due, e che in qualche modo si riflette negativamente sull'ascolto.

Ipotesi non inverosimile...
I darlington, peraltro, hanno fama di essere bensuonanti e la tripletta è stata addirittura rivalutata dall'impiego in realizzazioni di gran pregio... 😕

bandAlex ha scritto:
... ciò è la confutazione di almeno due principi che vanno tanto per la maggiore:

1) che più un circuito è semplice e meglio si sente;

2) che a buone misure corrisponde necessariamente un buon suono.

Sulla confutazione della 2) tutti sono d'accordo e non è certo una novità (e per me è la seconda volta che mi capita di appurarlo in maniera così eclatante), ma la 1) è ben più carica di conseguenze. La 1) mette fuori gioco tutta una serie di convinzioni che circolano in ambiente audiofilo sulla quale si basano la quasi totalità delle realizzazioni esoteriche.

E' che i principi vanno verificati e contestualizzati nella loro pratica utilizzazione se no diventano dogmi. ;)
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6/9/2011, 12:06
Complimenti Harry, sei la prima arancia di questo forum!
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6/9/2011, 20:07
Guglielmino Cancelli ha scritto:Complimenti Harry, sei la prima arancia di questo forum!

Spero la prima di una ben capace cassetta !!!
:lol:
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19/9/2011, 18:07
In questi giorni di silenzio - ma solo nel Giardino - il VHF2 Lightning è stato sottoposto ad un approfondito esame d'ascolto, dapprima in solitaria, e poi a confronto con il NEMO, l'ampli dell'omonimo e paziente NEMO (Stefano) che ringrazio per la gentilezza e per la grande competenza messa a disposizione per questo test. Voglio essere certo, prima di chiudere la sperimentazione, di un risultato sonoro di primo livello, tale da non temere rivali, neanche tra i più costosi e blasonati.

Ciò può comportare un ritardo della release, ma poco male se questo serve ad avere un progetto dalle caratteristiche sonore eccezionali.

Sarete senz'altro curiosi di sapere come è andato il confronto... roll

Ebbene, senza tanti giri di parole, NEMO ha vinto.

Dire che era quasi scontato sarebbe superfluo, in quanto il NEMO è frutto di un lavoro durato diversi mesi, costellato di lunghissime sedute di ascolto e di affinamenti successivi, tale da avvicinarlo allo stato dell'arte dell'amplificazione per cuffia.

D'altro canto, il Lightning è un progetto ancora in fase di test, e purtuttavia il divario non è così grande con il riferimento (tenete presente che il NEMO è un dual-mono reale, completamente bilanciato).

Le differenze sono percepibili soprattutto in gamma bassa, che nel VHF2 sembra un po' meno articolata e definita, e nell'headstage, meno ampio e profondo.

Inoltre, durante il pilotaggio della difficile K1000, ad alti valori di swing in tensione (normalmente non raggiunti con le altre cuffie), si percepisce una certa durezza ed inasprimento nella riproduzione, mentre il NEMO gestisce la K1000 - anche non a ponte, cioè sfruttando solo due dei quattro amplificatori a bordo! - con disinvoltura e grande musicalità.

Da questi test esce fuori un VHF2 con grandi potenzialità, ma che ancora presenta un certo margine di miglioramento, ragione per cui nei prossimi giorni sono previste le seguenti mosse:

1) aumento della tensione anodica dello stadio di ingresso a 130 Volt;

2) conseguente modifica del punto di lavoro dei triodi;

3) sostituzione di alcuni componenti.

Nei prossimi post discuteremo il dettaglio del circuito come probabilmente sarà dopo le modifiche. frankie
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19/9/2011, 19:41
Salve!

Chi mi conosce bene sa quanto sono puntiglioso e rompiscatole, sopratutto quando vedo che un progetto ha buone basi di partenza, divento maniacale nello scovare ogni possibile difetto, e sottolinearne i pregi.

Dopo questa premessa, mettere mano, o per meglio dire orecchie, sul prototipo avanzato del Lightning, mi ha reso nervoso non poco...

In primis comprendere appieno le potenzialità di un progetto senza farsi trasportare dal entusiasmo e'cosa molto ardua e perigliosa...

Di contro essere troppo prevenuti, potrebbe risultare quantomeno negativo...

Quindi ho deciso di ascoltare senza nessuna remora il nuovo nato di Alex, per permetterne una completa messa appunto, tale da risultare un prodotto di sicuro successo.

Ora un progetto ibrido sulla carta dovrebbe unire i pregi di un sistema a SS. Con quelli di uno termoionico...Si ma solo sulla carta...

Spesse volte assistiamo alla somma dei difetti di entrambi, o nei casi migliori, alla predominaza di uno dei 2 caratteri sull'altro...

Nel caso del Vhf2 ritrovo pienamente il carattere inconfondibile delle valvole, ma mitigato da un energia da vero SS.

Ho ascoltato con calma diversi brani, dal rock d'autore, alla classica, sinfonica, con divagazioni sul progressive e altro...

Bene, un punto fermo dell'ampli e' dato dalla capacita' di gestire con estrema facilita differenti generi musicali!

Offre una notevole energia in grado di controllare senza problemi cuffie dinamiche impegnative come la T1 e la HD800 e, non mi riferisco al puro volume di ascolto. Ma al reale "controllo" dei transienti, necessario per mettere nelle migliori condizioni i driver delle 2 cuffie.

In ultimo avere a disposizione uno stadio pre a valvole, permette con grande facilita di personalizzare la resa sonora, tramite la sostituzione delle valvole, scegliendo i modelli più consoni ai propri gusti musicali, con una spesa minima, vista la tipologia utilizzata

Ora esposti i punti di merito, andiamo ad analizzare quelli da migliorare.

In primis il carattere termoionico dello stadio pre, regala una timbrica calda e raffinata, con una gamma media in evidenza. Questo riduce l impatto sulla gamma bassa che risulta meno ferma e decisa rispetto al NEMO.

Inoltre si nota una leggera compressione della scatola sonora, pur rimanendo distinti i vari piani sonori e la collocazione spaziale dei vari strumenti. Dando vita ad un suono raccolto ed intimo, ma meno realistico nelle dimensioni.

In ultimo un lieve roloff della gamma alta mitiga le incisioni troppo esuberanti, ma di contro rispetto al Nemo, si nota una minore capacita di fare emergere quelle piccole sfumature che evidenziano le armoniche che contraddistinguono i vari strumenti. E si nota un leggero ispessimento della trama sonora.

In conclusione, trattandosi di una fase di transizione del progetto del Vhf2, sono certo che l'amplificatore finale sara quantomeno ottimo!


Buoni ascolti!


Ultima modifica di NEMO il 20/9/2011, 22:36 - modificato 1 volta.
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19/9/2011, 20:11
bandAlex ha scritto:In questi giorni di silenzio - ma solo nel Giardino - il VHF2 Lightning è stato sottoposto ad un approfondito esame d'ascolto, dapprima in solitaria, e poi a confronto con il NEMO, l'ampli dell'omonimo e paziente NEMO (Stefano) che ringrazio per la gentilezza e per la grande competenza messa a disposizione per questo test.

Pigrone !
wink

bandAlex ha scritto:
Ciò può comportare un ritardo della release, ma poco male se questo serve ad avere un progetto dalle caratteristiche sonore eccezionali.

Ma prenditi pure tutto il tempo che necessita : aspettiamo pazientemente.
essen

bandAlex ha scritto:
Sarete senz'altro curiosi di sapere come è andato il confronto... roll

Ebbene, senza tanti giri di parole, NEMO ha vinto.

Dire che era quasi scontato sarebbe superfluo, in quanto il NEMO è frutto di un lavoro durato diversi mesi, costellato di lunghissime sedute di ascolto e di affinamenti successivi, tale da avvicinarlo allo stato dell'arte dell'amplificazione per cuffia.

Noi andiamo per la nostra strada, sono altri gli invidiosi che rosicano... fisch

bandAlex ha scritto:
Da questi test esce fuori un VHF2 con grandi potenzialità, ma che ancora presenta un certo margine di miglioramento, ragione per cui nei prossimi giorni sono previste le seguenti mosse:

1) aumento della tensione anodica dello stadio di ingresso a 130 Volt;

2) conseguente modifica del punto di lavoro dei triodi;

3) sostituzione di alcuni componenti.

Perfezionista...
special cool

--


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20/9/2011, 11:17
Un OT di tipo squisitamente audiofilo:

vi piacciono i nuovi smilies del forum? apple grande sorriso cool
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20/9/2011, 11:29
bandAlex ha scritto:Un OT di tipo squisitamente audiofilo:
vi piacciono i nuovi smilies del forum? [Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]

Beh, quelli del NEMO sono meglio [Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]

lol!
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20/9/2011, 13:22
bandAlex ha scritto:

vi piacciono i nuovi smilies del forum? apple grande sorriso cool

Sono carini ma anche i precedenti non erano male.
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20/9/2011, 19:53
bandAlex ha scritto:[...]

1) aumento della tensione anodica dello stadio di ingresso a 130 Volt;

[...]

Mi fa piacere che tu agisca in questa direzione... [Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]

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20/9/2011, 19:55
Essendo lo stadio finale identico in entambi, come è realizzato lo stadio d'ingresso del Nemo?

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Una nuova avventura - Pagina 12 Empty Re: Una nuova avventura

21/9/2011, 00:28

Lo stadio finale del VHF2 è uguale a quello del NEMO. Una piccola differenza è nei transistor finali utilizzati, che nel NEMO sono i Sanyo 2SD600KF, ora usciti di produzione. Ho fatto appena in tempo a prenderne un centinaio da Farnell, ma ora sono praticamente introvabili, se non su ebay a 2.5 sterline a pezzo, una follia.

Lo stadio di ingresso del NEMO è composto da una coppia differenziale seguita da un VAS cascodizzato e con beta enhancer. Ciò rende tale stadio particolarmente performante sia dal punto di vista oggettivo (misure) che soggettivo, anche se leggermente più complesso del solito.

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21/9/2011, 00:36
Giulio ha scritto:Mi fa piacere che tu agisca in questa direzione... [Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]

Ieri pomeriggio ho modificato l'alimentatore che fornisce la tensione anodica "grezza": sostituito il trasformatore con uno con due secondari da 50 Volt messi in serie, cambiata la capacità di filtro per adeguarla alla tensione più alta. Ora l'alimentatore fornisce 155 Volt che poi saranno stabilizzati a 130 Volt tramite gli shunt. Domani se avrò tempo affronterò questa seconda parte, e se tutto va bene proverò l'ampli. cool
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