Stefano Bollani & Chick Corea in concerto il 7 luglio 2012 a Roccelletta di Borgia (CZ).

Per il fine settimana mi regalerò - nel posto più economico, ovviamente... - questo concerto: impossibile perderlo !

Naturalmente vedrò di darvene testimonianza adeguata...

Attendiamo con ansia la tua recensione...

All'interno del Parco archeologico Scolacium di origine romana (nulla rimanendo degli originari insediamenti greci) - comprendente un'area che si estende lungo 35 ettari occupata da un uliveto secolare e disposta sulla strada statale 384 - sopravvissuto al successivo periodo normanno bizantino, si è tenuto il concerto di Chick Corea e Stefano Bollani.



Ho già apprezzato l'anno scorso, in occasione del concerto tenuto da Wynton Marsalis con la Lincoln Center Orchestra, la suggestiva cornice storica offerta dalla monumentale edificazione - originariamente una basilica e in seguito struttura di difesa, chiamata appunto Roccelletta - che si estende su tracciati stradali e monumenti della vecchia colonia romana terminando al teatro romano di concezione greca, con cavea addossata alla bassa collina, su cui sono sistemate le fila dei posti da cui assistere al concerto.
E' doveroso descrivere lo sforzo spiegato per organizzare - sulla falsariga di più prestigiosi eventi culturali in scala nazionale - in un contesto storico di così alto livello, assicurato dal sito, una manifestazione simile, che prosegue ormai da tempo in un territorio difficile come quello calabrese, tradito dagli appetiti insaziabili di una classe politica locale indifendibilmente corrotta.



Ma torniamo al nostro duo pianistico, una collaborazione - sorta sulla scorta di una personale stima reciproca dichiarata e di un'oggettivo gusto comune verso un certo classicismo - che ha origine ormai dal 2009, Festival di Ravello, e si è protratta nel tempo in ulteriori e successivi appuntamenti live così seguiti e favoleggiati da chi vi ha assistito che è approdata l'anno scorso alla consacrazione discografica per la prestigiosa ECM, su diretto interessamento dello stesso Manfred Eicher, in Orvieto, dalla splendida località umbra in cui (in occasione della famosa manifestazione Umbria Jazz, versione Winter) si è tenuto il 30 dicembre 2010 il concerto da cui l'album è stato tratto.
Prendendo la testimonianza offerta da quest'ultimo come riferimento del concerto, occorre subito dire che Orvieto costituisce una versione abbastanza edulcorata della collaborazione artistica resa in questo concerto, risentendo la prima rispetto all'ultimo di un evidente intento commerciale - seppur di alto livello - e dell'occasione costituita dalle festività natalizie di cui l'album risente palesemente : è inutile negarlo ed è, almeno dal mio punto di vista, un bene rispetto ad alcuni episodi abbastanza consunti che in concerto sono stati risparmiati al pubblico (insomma non eravamo su Rai3...).



L'apertura di concerto con Orvieto Improvisation No. 1 & 2/Nardis svela che non si tratta di un concerto per palati facili, dando inizio ad un brillante tentativo di rielaborare in chiave colta un genere di cui viene enfatizzata la capacità evocativo/improvvisativa di creare musica.
La sinergia tra i due pianisti si svolge su un piano discreto ma efficace dove Bollani s'incarica di andare incontro alla musica, ora correndo ora camminando, e Corea ne fornisce il sostrato calpestabile : con il primo che esalta il susseguirsi delle note nella costruzione musicale ed il secondo che garantisce la tenuta delle medesime, con il suo modo particolare di percuotere i tasti senza aspettare che sia avvenuto il decadimento della nota precedente ma creando una trama amabile ed avvolgente.
La doppia direttrice dell'arrangiamento innovativo passa per la rielaborazione di classici della composizione sudamericana come Este Seu Olhar (Jobim) e Retrato Em Branco e Preto (Jobim/Chico Buarque) e la loro riproposizione in composizioni originali dei pianisti - A Valsa Da Paula e Armando's Rhumba - e classici di matrice più strettamente jazzistica : If i should lose you, Darn that dream, 'Round Midnight, On Green Dolphin' Street, Blue Monk e Spain sono trattati con grande sensibilità e misura senza alcuna concessione a facili effettismi.



Concludendo questo piccolo resoconto, devo dire che, nonostante il sottoscritto sia un po' sospettoso di fronte a queste collaborazioni santificate da relative incisioni di grido, quella tra i due pianisti - ricordo che Corea è di origini catanzaresi per seconda generazione e che per lui la venuta in Calabria è stata una sorta di riscoperta delle origini - ha tutti i crismi di un esperimento molto interessante ed ha rivelato pregi che hanno superato le aspettative.